Pellet prezzi? come fare a risparmiare? Il pellet ormai è uno dei combustibili più utilizzati per il riscaldamento perché permette un notevole risparmio energetico e, perché no, salvaguardia l’ambiente.
Scopriamo insieme i prezzi del pellet e qual è il pellet più conveniente.
Pellet prezzi: perché scegliere il pellet?
Come vi abbiamo anticipato, il pellet contribuisce alla salvaguardia dell’ambiente e influisce positivamente sul portafoglio degli italiani. Infatti, stufe a pellet – ma anche caldaie e camini – sono sempre più richiesti in sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento più costosi e meno ecologici.
Non è un caso che il mercato oggi sia stracolmo di pellet di qualsiasi tipo, a qualsiasi prezzo ma soprattutto spesso di dubbia qualità.
Per questo, nella nostra guida sul sul prezzo del pellet, vogliamo svelarvi qualche trucchetto per scegliere un pellet di qualità ma a buon prezzo.
Pellet prezzi: come risparmiare con la stufa a pellet
Prima di capire quali sono i pellet più convenienti, è necessario chiarire che cos’è il pellet e perché permette un notevole risparmio rispetto, per esempio, ad una stufa a legna.
Che cos’è il pellet? Il pellet è un combustibile ricavato della segatura del legname puro, ovvero non verniciato. Esistono diverse tipologie di legname con caratteristiche differenti l’una dall’altra ma con un aspetto in comune: il legno è l’unica fonte di energia naturale rinnovabile e, se bruciata in modo corretto, emette una quantità di anidride carbonica che viene poi assorbita dalle piante per produrre ossigeno. Insomma, parliamo di una scelta non solo economica ma anche ecologica!
Per capire invece come risparmiare con la stufa a pellet basta pensare al costo decisamente inferiore del pellet rispetto a un combustibile di origine petrolifera e, soprattutto, al suo potere calorifero decisamente superiore a quello del classico legno.
Costo pellet: quale pellet scegliere
Sul mercato troverete tantissime tipologie di pellet ma attenzione, non tutti sono di buona qualità! Per la produzione di pellet vengono utilizzate diverse essenze di legno con caratteristiche diverse l’una dall’altra… Ma quali sono le essenze migliori?
Possiamo dire con certezza che è impossibile stabilire quale sia il pellet migliore perché esistono soltanto determinati pellet più adatti a un certo uso.
Fatta questa premessa, vediamo insieme le due macro tipologie di essenze utilizzate per la produzione di pellet.
Essenze dure
Per capire quale pellet comprare dovete innanzitutto conoscere le diverse essenze del legno utilizzate per produrre il nostro amato pellet.
Alle essenze dure appartengono le tipologie provenienti per lo più dalla famiglia delle latifoglie, quindi: faggio, betulla, castagno, olmo, rovere, acero e carpino, che pesano circa 350/400 kg/m3.
Quali sono le caratteristiche delle essenze dure? Possiamo dire che generano una combustione con fiamme corte e di lunga durata, sono ideali per riscaldare gli ambienti e, rispetto alle essenze dolci – di cui vi parleremo più avanti – sono meno resinosi.
Ecco una piccola tabella che indica il potere calorifico di alcune essenze dure:
ESSENZA DURA | Kcal/Kg |
ACERO | 4607 |
BETULLA | 4968 |
CASTAGNO | 4599 |
FAGGIO | 4617 |
FRASSINO | 5350 |
ROVERE | 4631 |
Essenze dolci
Nella categoria delle essenze dolci rientrano le tipologie provenienti prevalentemente dalle conifere, quindi: abete, larice, pino, pioppo e salice con un peso di circa 300/350 kg/m3.
In cosa differiscono le essenze dolci da quelle dure? Diciamo che le essenze dolci si accendono più facilmente, bruciano velocemente (anche se il calore è più forte) e le fiamme sono lunghe ma meno durature.
Come abbiamo anticipato, lo svantaggio delle essenze dolci è che creano più residuo resinoso quindi, se usate per camini e stufe, sono da pulire frequentemente.
Vi consigliamo di optare per il pellet di abete e il pellet di abete bianco e di evitare, invece, il cipresso perché tende a bruciare troppo in fretta, lasciando una grande quantità di cenere, sporcando notevolmente la canna fumaria e riscaldando poco e niente.
Non male anche il ciliegio, essenza dolce non appartenente alla famiglia delle conifere, perfetto sia per il riscaldamento che per la cottura.
ESSENZA DOLCE | Kcal/Kg |
ABETE BIANCO | 4650 |
LARICE | 4050 |
PINO MARITTIMO | 4952 |
PIOPPO | 4130 |
Pellet faggio vs abete differenza
Abbiamo visto le due tipologie di essenze, ma quali sono i pellet più richiesti? I consumatori preferiscono acquistare pellet di faggio e pellet di abete, anche se sul mercato è possibile trovare anche soluzioni miste. Ma qual è il migliore per riscaldare la propria abitazione?
In realtà si tratta di due tipi di pellet di ottima qualità anche se con caratteristiche diverse come abbiamo visto nel paragrafo differente. Entrambi hanno un buon potere calorifico ma l’importante è che il legname di origine non sia stato trattato chimicamente (in tal caso potrebbe essere nocivo per la vostra salute!).
Un altro aspetto da tenere in considerazione riguarda il tipo di stufa che utilizzate: vi consigliamo di provare sia il pellet di faggio sia il pellet di abete in modo da capire quale sia quello più adatto alle vostre esigenze.
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Prezzo pellet come riconoscere un pellet di qualità
Ma come fare a riconoscere un pellet di qualità? Esistono tantissimi tipi di pellet ricavati da diverse essenze, a volte anche miste, per questo è importante saper riconoscere quando un pellet è di buona qualità.
Le essenze più utilizzate sono abete, faggio e rovere, con le seguenti caratteristiche:
- Pellet di abete: proviene da un legno tenero, quindi si accende facilmente ma la combustione ha breve durata
- Pellet di faggio: è uno dei migliori perché possiede un’ottima resa termica e la combustione ha lunga durata
- Pellet di rovere: si accende con meno facilità ma le fiamme durano a lungo
- Pellet misto faggio e abete: possiede una buona resa termica e produce una piccola quantità di cenere residua
Ma come si fa a riconoscere un pellet di qualità? Ecco alcuni consigli:
- Sulla confezione devono essere riportati i dati delle certificazioni di qualità
- In genere vengono riportate le sigle DIN 51731 o O-NORM M7135 o DIN PLUS, oppure il marchio Pellet Gold
- La superficie deve essere liscia e lucida
- La lunghezza dei pezzi non deve superare i 30 millimetri
- La forma deve essere cilindrica e regolare
- All’interno della confezione non deve esserci legno in polvere
Per accertarsi che il pellet non contenga sostanze chimiche potete provare ad immergerne un pezzo in acqua: se questo va a fondo e si disintegra, significa che contiene additivi chimici inquinanti e dannosi per la stufa o per il camino.
Se invece durante la combustione sentite odori sgradevoli e diversi da quelli del legno, è possibile che il vostro pellet contenga vernici!
Controllo etichetta e confezione pellet
Per capire se i prezzi pellet sono “giusti”, è necessario dare un’occhiata all’etichetta e alla confezione del prodotto che volete acquistare, in particolare osservate il valore del potere calorifico e l’indicatore dei residui di cenere.
- Potere calorifico: è l’energia termica che una quantità di pellet può fornire se sottoposta a combustione. I valori vanno da 4,5 a 5,5 kWh/kg e maggiore è la cifra, migliore è la qualità del prodotto
- Residui di cenere: questo indicatore determina i residui che il pellet lascia all’interno della stufa o del camino. State attenti che il valore sia inferiore all’1%!
State attenti anche alla percentuale di umidità – indicata nella confezione – che deve essere inferiore all’8% per evitare che abbassi il potere calorifico del pellet e che, quindi, provochi uno spreco del combustibile.
Provenienza del pellet
Un altro aspetto da tenere in considerazione riguarda la provenienza del pellet. Tenendo in considerazione che il pellet è un combustibile ecologico e attento all’ambiente, è importante che provenga da zone non troppo lontane. Se sulla confezione leggete una provenienza un po’ troppo remota significa che i controlli di filiera sono stati scarsi!
Insomma, sempre meglio optare per prodotti locali.
Pellet scadente: quali problemi causa?
Spesso per risparmiare si acquistano sacchetti di pellet di bassa qualità venduti sul mercato a prezzi stracciati, ma siete sicuri ne valga la pena?
Tutte le volte che riscontrate problemi di combustione del pellet, sappiate che raramente sono legati al mal funzionamento della stufa bensì alla bassa qualità del pellet.
Per esempio, se il pellet ha una bassa densità, non è in grado di garantire un corretto riscaldamento degli ambienti perché può avvenire uno svuotamento momentaneo del crogiolo che causa un basso carico orario e un abbassamento della temperatura.
Un altro fattore può riguardare la lunghezza del pellet che, se irregolare, altera il caricamento perché la coclea non riesce a riempirsi in modo uniforme e crea dei vuoti.
Ricordatevi di verificare anche la presenza di polvere di legno all’interno della confezione! Se supera il 2,3% di materiale, infatti, può intaccare la resa della combustione.
Pellet prezzi: quale pellet comprare
Volete sapere quale pellet comprare? Nella nostra guida vi abbiamo spiegato come risparmiare utilizzando il pellet e come fare a scegliere un pellet di qualità, ma adesso ecco qualche consiglio su come risparmiare sul prezzo del pellet.
La prima dritta che vogliamo darvi è quella di fare le scorte di pellet prima dell’inizio della stagione invernale! Se acquistate un’ingente quantità di pellet in estate, quando la domanda è bassa, troverete prodotti a prezzi decisamente inferiori: pensate che un sacco da 15 kg può costare circa 4 euro.
Se invece non siete state previdenti, potete ordinare un’ampia scorta di pellet direttamente dai produttori, dove i prezzi sono sicuramente più bassi, o magari creare un gruppo di acquisto insieme ad amici e conoscenti per effettuare un unico, grande ordine.
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